martedì 18 dicembre 2012

Le Valley: basta la parola?

Adesso anche Londra ha una Valley. Dopo la celebre Silicon Valley targata USA, in UK c'è la Silicon Roundabout. 60 milioni di euro di investimento da parte del Governo Inglese e tanta pubblicità. Articoli che ne parlano con toni entusiastici e lodi a Cameron.
Ma è davvero sufficiente chiamarla Valley per avere una ricetta che funzioni?
Io credo di no. Credo che dietro ad una sorta di logo (Valley) si nasconda qualcosa di molto più profondo e complesso. E' un modo di agire che avvolge e supporta l'imprenditore che vuole esprimersi. Mi correggo prima che imprenditore, forse si tratta di una persona che crede di avere un'idea da realizzare.
Ci sono ragazzi e ex ragazzi (si insomma coetanei miei o anche più "vecchi") che vorrebbero poter capire se le loro aspirazioni potrebbero avere uno sbocco. Se la loro intuizione ha la I maiuscola oppure si tratta solo di un sogno destinato a rimanere tale perché piccolo o semplicemente non realizzabile.
Non è solo questione di incubatori, di fondi europei, di supporto alle startup. Si tratta di un modello di lavoro differente, si tratta di una fiscalità differente, si tratta di un accesso a risorse e capitali differente.
Siamo ancora tanto lontani da tutto questo. Vediamo se continueremo a vedere emigrazioni verso altri paesi di valenti imprenditori/sognatori italiani (l'ultimo amico che conosco ad aver preso questa strada è Marco Camisani Calzolari, ma so che ce ne sono un altro paio in procinto...) o se oltre alle parole la nostra politica sarà in grado di realizzare dei cambiamenti efficaci.
Auguriamocelo prima di assistere alla desertificazione totale

lunedì 17 dicembre 2012

I Big Data

Spesso mi sono chiesto se davvero la paura del Grande Fratello che tutto sa e tutto controlla, sia davvero fondata. Mi sono sempre risposto che non sia così. Che nelle grandi quantità di dati, il mio profilo, le mie interazioni, i miei network siano una goccia di un oceano enorme.
Ora trovo conferma: in questo interessaante articolo. Solo lo 0,5% dei dati viene effettivamente analizzato: praticamente nulla. C'è da dire che molti dati sono pura spazzatura o sono solo ridondanza. Ma c'è anche da dire che molti potrebbero invece essere interessanti e utili. Solo che manca l'intelligenza o forse più probabilmente gli investimenti per condurre analisi di questo tipo.
Rimane il dubbio sul fatto che possano essere estratte delle informazioni "personali" che possono danneggiare un individuo: orientamenti politici, sessuali, religiosi, problemi di salute in pochi logfiles e una carriera potrebbe svanire... Su questo non ho risposta, se non sul fatto che le norme sulla privacuy devono essere stringenti e prevedere delle multe talmente salate da scoraggiare chiunque a far uso improprio dei dati

Lo studio che ha condotto IDC presenta comunque alcune altre statistiche davvero intriganti:
- la quantità di dati che cresce esponenzialemente e che potrebbe raggiungere iu 40 Zettabyte nel 2020 (secondo me anche di più). nb: 1 Zettabyte = 1.000 miliardi di GB.
-  solo la metà dei dati che andrebbe protetto lo è attualmente
- solo il 23% dei dati che vengono prodotti nel 2012 (pari a 643 Exabyte) sarebbe utile se venisse analizzato

Statistiche che interessando tutti, dovrebbero far preoccupare tutti. Ed invece se ne preoccupano solo in pochissimi, e soprattutto quelli che potenzialmente le potrebbero leggere :)

venerdì 16 novembre 2012

la civiltà non è un'opinione

Alcuni anni fa ero in vacanza nella soleggiata Sicilia. E dentro al portone di una casa ho trovato questa singolare convocazione di assempblea condominiale.
Mi fece molto ridere. Al punto di scattare una foto per immortalarla.
Ora scorrendo le vecchia foto l'ho ritrovata e sembra così di attualità. Persone arrabbiate che si insultano e danno "dinostrazione" di superiorità. A me ricorda la Politica dei giorni d'oggi. Anzi la politica con la p minuscola.Talmente minuscola che si divrebbe chiamare olitica. No? :)

mercoledì 14 novembre 2012

le tecniche proiettive applicate alla politica italiana

Il dibattito televisivo pre-primarie ha fatto emergere un tema interessante per tutti coloro i quali amano le ricerche qualitative. Uno dei quesiti posti ai candidati era in quale personaggio si riconoscevano. Essi hanno risposto una cinquina di nomi che hanno destato un dibattito intrigante e tra i commenti scelgo quello di Gramellini che trovo simpaticamente tagliente. Nota il giornalista che "De Gasperi, Papa Giovanni, Tina Anselmi, Carlo Maria Martini e Nelson Mandela sono tutti democristiani tranne forse Mandela". Al di là del merito credo sia interesante soffermarsi su alcuni punti: 
  • la domanda libera di espressione di un proprio modello a cui ci si ispira non è la medesima cosa che avviene ad esempio con la classica tecnica di identificazione con un animale
  • quando si usa una tecnica proiettiva spesso si esplicita al soggetto intervistato una serie di possibilità (di cui si ha un'interpretazione a priori) per poter comprenderne successivamente l'impatto
  • la copresenza dei soggetti e le risposte, possono influenzare anche notevolmente chi risponde dopo il primo e così via (il peggio di tutto è l'essere ultimo...) in quanto la risposta pootrebbe essere cambiata "last second" 
    • perchè qualcun'altro ha già nominato il personaggio
    • per differenziare la propria risposta 
    • per contrastare una risposta già espressa
  • la spiegazione della scelta è spesso tanto importante quanto la scelta stessa (del personaggio e/o dell'animale e/o di quel che si vuole chiedere di esperimere)
Fin qui nulla di strano. Quello che va compreso però è che l'interpretazione delle risposta non è una scienza "esatta". Conta il punto di vista del ricercatore (che non dovrebbe cercare di sostenere una tesi, ma cercare di intepretare da un punto di vista "neutrale") e contano aspetti "deboli" che però sono decisivi, quali il linguaggio non verbale, le parole utilizzate e grazie alle recenti tecniche anche le attivazioni neuronali ed emozionali. 
E' vero che nessuno dei 5 candidati ha nominato un esponente di sinistra (come nota Gramellini), ma è anche vero che non sappiamo se la domanda era nota prima delle trasmissione ai candidati (e quindi non vi è nulla di spontaneo, ma molto di preparato) innescando analisi che attingono ad altri parametri. Infine le interpetazioni non possono e non debbono basarsi solo sul significante, ma anche sul significato delle risposte. Concordo che sono figure sufficientemente equilibrate per poter piacere a tutti (o a molti), ma potevamo aspettarci  qualcosa di differente?

lunedì 12 novembre 2012

I sondaggi elettoriali sbagliati Obama 2012

Al termine dell'estenuante campagna elettorale USA per le presidenziale si contano gli sconfitti: il primo è lo sfidante Romney, ma anche i maghi dei sondaggi escono con le ossa rotte. Perché?
Molte persone se lo chiedono ( e me lo chiedono) e allora cerchiamo di capire alcune possibili motivazioni:
  1. Negli Stati Uniti (ma ahimé anche in Italia) il mestiere del ricercatore di mercato in campo politico è una professione che sta accogliendo tra le sue fila persone che non sono sufficientemente preparate. Spiace dirlo, ma è così. Si pensa che basti avere un "campione rappresentativo" e questo per magia sia in grado di produrre dei dati e delle stime affidabili, secondo le "leggi" della statistica (che peraltro molti ignorano...). Sebbene possa non essere il primo punto ho voluto inserirlo al primo posto :)
  2. i canali di rilevazione (telefono fisso, cellulare, internet) stanno dimostrando una endemica difficoltà nel riuscire a comporre un campione rappresentativo degli elettori USA, sia per la difficoltà di distribuzione e stima delle categorie da tenere sott'occhio (sesso, età, grado scolare. razza, iscrizione al voto, probabilità di andare a votare)
  3. i modelli statistico/elettorali: in elezioni ad alta densità di cambiamento (come possono essere state potenzialmente quelle USA e come saranno sicuramente le prossime politiche in Italia) cercare di utilizzare dei modelli che tengano conto di quanto avvenuto in passato può essere un errore molto grosso (vedi il caso italiano quando scese in campo Berlusconi, che per mesi venne dato al 5% in Italia quando poi prese una percentuale ben al di sopra del 20%)
  4. le dinamiche di coinvolgimento: alcuni noti pollster hanno dichiarato di non poter tenere conto degli effetti last minute (ovvero last Days) delle campagne. E qui entra in gioco anche il tema economico: per seguire in modo stretto questi fenomeni servono investimenti importanti negli ultimi giorni di elezione, per poter intervistare decine di migliaia di elettori in poche ore
  5. l'integrazione quali-quantitative: mi sembra sia mancata. Una volta c'era Zogby con il suo "misterioso" metodo. Ora emergono i successi di chi ha studiato i sondaggi realizzati dagli altri più che averne fatti di suo (Nate Silver su tutti)
  6. i dati provenineti da fonti "alternative" quali i tweet, i post sui social network, i finanziamenti delle persone, delle banche, i pronuniciamenti di wall street, le borse, gli indici di disoccupazione, le scaramanzie (ne ho lette centinaia). Questi "segnali deboli" sono troppo instabili e manipolabili a vantaggio di chiunque per rappresentare una base certa per costruire delle stime. Possono essere dei dati a supporto, anche ottimi. Ma per ora solo a supporto
In conclusione un grande avvertimento all'opinione pubblica italiana che in questi mesi verràa alimentata da dati di previsione elettorale di ogni sorta: cautela nell'accoglierli, valutazione della professionalità e dell'indipendenza di chi li produce e diffonde, controllo delle fonti (canali utilizzati, numerosità campionarie, ecc). Una buona ricetta che comunque può essere fallace (giusto per non dare troppe certezze....)

martedì 12 giugno 2012

Il contrabbando di Fan e Follower


Grande risonanza sui media è stata data (giustamente) alla “scoperta” che esiste un mercato di fan e follower a livello mondiale. L’ha denunciato in Italia Marco Camisani Calzolari, che prima con un’intervista al Corriere, e successivamente con la pubblicazione di un’inchiesta, ha svelato l’insvelabile. Ovvero che molte aziende (ma probabilmente anche molti profili di personaggi famosi) sono zeppi di follower e fan che null’altro sono che pezzi di codice o software. Non sarebbero cioè persone reali interessate ai contenuti veicolati sui social network, ma profili finti che servono ad ingrossare artificialmente le fila dell’audience digitale di un brand al fine di mostrare i muscoli ad una platea poco attenta. Chi lavora in questo campo sa che, pur non disprezzando un’audience corposa, sono altri i parametri che debbono interesssare, primo fra tutti il livello di engagment. 
Secondo alcuni osservatori considerando le strategie di marketing di alcune grandi aziende, non sarebbe un problema di correttezza, ma di risposta a richieste di management ancora impreparato alle sfide digitali.
Secondo altri invece grossa responsabilità di questo fenomeno va attribuito alle agenzie che promuovono questi servizi per apparire efficienti agli occhi dei propri clienti.
Sbagliato o meno il sistema è inquinato e questa consapevolezza deve essere fatta propria al più presto nei dipartimenti marketing delle aziende. Per poter scegliere consapevolmente le proprie strategie.

mercoledì 6 giugno 2012

Apple cerca una propria mappa del tesoro


Il divorzio tra Google e Apple è una lenta agonia fatta di schermaglie e di assestamenti progressivi. Ma ora sembra che vi sia un’accelerazione notevole, coincidente con l’imminente annuncio di un nuovo servizio di geolocalizzazione e mappe powered by Apple. La nuova applicazione pensata in primo luogo per i dispositivi mobili, ovvero iphone, ipad e ipod, consentirebbe di svincolarsi dal mai troppo amato Google Map, che ha avuto l’indubbio merito di aprire un’orizzonte di business molto rilevante. Ma la decisione del colosso di Mountain View di perseguire una strategia indipendente sia tramite il sstema operativo Android, sia con l’acquisizione di Motorola, ha fatto diventare agli occhi dell’azienda di Cupertino, un partner prestigioso nel lontano 2007 in “breve tempo” in un concorrente temibile. 
Secondo alcuni osservatori, anche prima dell’acquisto da parte di Google di Motorola, le strade delle due aziende era destinata a separarsi, ed anzi, molti attribuiscono alle capacità di Steve Jobs un fidanzamento altrimenti impossibile.
Secondo altri invece si tratterebbe della naturale evoluzione della galassia internet che sta per entrare nel terzo tempo, ovvero quello in cui la partita si giocherà esclusivamente sul terreno dei mobile e dei servizi in movimento.
Cresce nel frattempo l’attesa per la nuova Apple app che offrirà al mondo intero una esperienza di navigazione su mappe. Sarà ancora una volta una rivoluzione?

lunedì 28 maggio 2012

US Government Open Data nelle tasche dei cittadini


"I cittadini statunitensi meritano un governo che lavora per loro in qualsiasi momento, ovunque e con qualsiasi dispositivo" è l’Obama pensiero che rivoluziona il rapporto tra cittadini e burocrazia a stelle e strisce. Il Presidente degli Stati Uniti infatti ha emanato una direttiva relativa al programma Digital Government: Building a 21st Century Platform to Better Serve the American People, in cui prescrive (e ordina!) a tutte le agenzie federali il rispetto del principio dell'open data. Quest’ultime devono predisporre opportune procedure per isolare i dati utili ai cittadini e renderli disponibili, con particolare attenzione ai devices mobili. 
Secondo alcuni osservatori il principio lanciato da Obama dovrebbe diventare parte della Costituzione in quanto garantisce un diritto universale che dovrebbe caratterizzare tutte le moderne democrazie mondiali.
Secondo altri la realizzazione di un simile programma, oltre ad essere titanico, può rappresentare un pericolo per la sicurezza nazionale, in quanto offre a chiunqye la possibilità di conoscere dettagli sin troppo approfonditi con un semplice accesso da smartphone.
Restano scolpiti nella pietra (? o nel web?) i 5 principi sanciti da Obama e il suo staff: 
  1. tutte le informazioni dovranno essere disponibili secondo il principio dell'open data
  2. il servizio deve essere attivo sempre 
  3. i servizio deve essere accessibile da qualunque dispositivo
  4. tutti i dati dovrebbero essere accessibili anche tramite apposite API, in modo da porterli interfacciare con altre applicazioni e/o siti
  5. è obbligo lampliamento dell'impiego dei social network sia per l'accessibilità dei dati, sia per ampliare la partecipazione dei cittadini tramite questi canali. 
In Italia, queste cose per ora sono più o meno fantascienza.

martedì 22 maggio 2012

AAA vendesi Fan & Follower: e le statistiche?

Nell'Italia digitale che "conta" è scoppiata la polemica sui "conti" :)
Camisani Calzolari (che ama definirsi innovative disruptor) ha gettato lo scoglio (era più di un sasso) nello stagno digitale della penisola dicendo che secondo lui l'80% dei follower (twitter) e fan (FB) sono inesistenti. Ovvero profili che vengono utilizzati per far crescere numeri che restituiscano a marchi e personalità il senso del loro successo sulla Rete. La questione è stata affrontata in modo esagerato dal Corriere (che fa il suo mestiere di amplificatore di notizie, ma che dovrebbe imparare a citare le fonti in modo corretto) e il dibattito ha alzato immediatamente il tiro. 
I commenti al post di Marco Camisani Calzolari sono stati numerosissimi e le accuse di aver reso un cattivo servizio al marketing digitale è stata la critica più ridicola che ho letto. Cerchiamo di capire alcuni perché:

a. perché quando presentiamo un progetto se puntassimo solo al numero di fan sarebbe un gioco da ragazzi usare questi strumenti, ma non staremmo rendendo un servizio al cliente (che ci paga) ma a noi stessi

b. perché ci sono agenzie e società che millantano numeri come quelli citati che fanno addirittura più del 80% di fake fan e follower

c. perché non solo la dimensione, e nemmeno solo il coinvolgimento dei fan, sono sufficienti ad una campagna di marketing digitale

d. perché tenere nel buio delle cantine l'officina dei numeri è solo un modo per fingere (a tutti i livelli)

Ed allora io rilancio:

1. Che mi dite di Facebook Insight che è a dir poco uno strumento che genera numeri a caso? 

2. Che mi dite di alcune incongruenze macroscopiche che partorisce Google Analytics?

3. Che mi dite dell'assenza di statistiche di G+?

lunedì 21 maggio 2012

SURFER: La ricerca e la ricerca della ricerca con Google


Si chiama Knowledge Graph il nuovo servizio che Google ha introdotto quale aggiunta ai celebri risultati di ricerca che da anni offre gratuitamente al mondo della Rete. Ad affiancare Page Rank, l’algoritmo che rappresenta il cuore di Google, si affiancheranno quindi, sul lato destro della pagina altri risultati “contestuali”. Essi sono basati sull’associazione di parole chiave con i risultati ricercati (o presunti tali) da parte dei navigatori, offrendo un panorama più completo, o quantomeno più vasto di risposta. Il servizio che per ora funziona solo negli Stati Uniti si basa sul gigantesco archivio che Google ha a disposizione grazie alle interazioni di ricerca di più di 10 anni.
Secondo alcuni osservatori si tratterebbe della più colossale operazione di data mining mai concepita e realizzata, resa possibile oltre che dalle menti illuminate di Mountain View dalla potenza dei processori e dalla memoria sempra più estesa dei server.
Secondo altri invece si intravvedono tutti i pericoli connessi alla creazione di Big Brother in grado di indirizzare a proprio piacimento i gusti e le preferenze di milioni di utenti.
La svolta di Google segue un tentativo analogo compiuto da Bing per cercare di erodere quote di mercato al leader. Ma al di là della motivazione commerciale, il nuovo modo di concepire i motori di ricerca sembra davvero aver segnato un passo decisivo.

venerdì 18 maggio 2012

cambiare l'ordine degli account su thunderbird


Ogni qualvolta si crea un nuovo account di posta elettronica su Thunderbird, esso assegna un ID cronologico, pertanto se si crea un account "per noi importante dopo un account meno importante, questo verrà posizionato nella barra sinistra sotto l'altro creato precedentemente. Per ovviare a questo problema ovvero spostare l'account più in alto per essere più visibile degli altri meno importanti, Thunderbird non permette nessuna modifica alla lista. Ho "spulciato" anche gli addons ma nessuno di questi faceva al mio caso.
Allora mi sono tirato su le maniche e sono andato a guardarmi i file di Thunderbird e dopo qualche prova sono riuscito a risolvere il problema.
Il file da configurare è prefs.js in

%SYSTEM%\Documents and Settings\%USER%\Dati applicazioni\Thunderbird\Profiles\xxxxxxxx.default

Apritelo con un editor di testo, individuate la righa che inizia con:

user_pref("mail.accountmanager.accounts", "account1,account2,account3,account4,account5");

dove account1, account2, etc., sono i vostri account così come compaiono nella lista a sinistra di Thunderbird.
Individuate l'account a cui volete cambiare posizione nella lista e tagliate e incollate accountX prima o dopo nella riga sopra indicata.
Per esempio se il quindo account creato voglio che compaia come primo modificherò la righa in questa maniera:

user_pref("mail.accountmanager.accounts", "account5,account1,account2,account3,account4");

grazie a http://lnx.carbonifera.it/cianaweb/index.php

lunedì 14 maggio 2012

SURFER: Propellente per Cellulari


La nuova frontiera del caricabatterie del cellulare passa per il butano. E’ in avanzata fase di progettazione un nuovo dispositivo piccolo quanto un hard disk da 2,5‘ contenente delle celle di combustibile destinate ad avere una durata di circa due settimane, pario a 14 ricariche complete di un normale i-phone. Il prezzo è ancora top secret, ma il ricambio dovrebbe aggirarsi attorno ai 2 euro, rendendo quindi la ricarica conveniente. 
Secondo alcuni esperti viene spesso sovrastimata la possibilità di avere una ricarica sempre a disposizione, in considerazione del fatto che un utente medio è immerso in un mondo in cui le risorse elettriche sono molto disponibili.
Secondo altri invece, oltre ad una nicchia di mercato cui potrebbe essere indispensabile, come ad esempio durante un’escursione in montagna di più giorni, l’utilizzo potrebbe diventare molto diffuso, a patto che i sistemi di sicurezza del dispositivo siano all’altezza.
Un mondo sempre più always on e always connected invita i suoi utenti ad essere sempre disponibili e “accesi” e per fare questo ad avere le batterie sempre cariche. Ma è davvero così grave se per qualche ora il cellulare resta spento per batteria scarica? 

Surfer su "Il Mondo" - end of story

Come tanti sanno ho tenuto come ghost writer per tanti anni la Rubrica SURFER su "Il Mondo" edita da RCS. Dopo talmente tanti anni in cui ho prima collaborato, poi co-firmato ed infine scritto dietro alle quinte i "mitici" 1350 caratteri (poche volte rispettati), mi hanno comunicato di aver tagliato lo spazio. Il mondo cambia ed è giusto che anche le rubriche cambino.
Tuttavia il lunedì mattina era diventato un appuntamento fisso. E mi sono detto che potrebbe essere carino proseguire qui, senza interrompere la tradizione. Vediamo se ce la faccio.... :)

martedì 27 marzo 2012

contactless payment

con colpevole ritardo ho letto questo 'interessante articolo dell'amico Paolo Barbesino sui sistemi contactless di pagamento e la loro "eventuale" diffusione in Italia. Lo scriveva 2 anni fa (diedi una mano nell'elaborazione dei dati peraltro) e si sta verificando quel che scrisse. L'articolo riconsoceva tutti i limiti di sistema italiano rispetto ad esempio a quel che accade in Giappone, dove peraltro questo mondo è stratosfera pura. Una lettura da fare, insomma

mercoledì 21 marzo 2012

twitter e la diretta web

la polemica scatenata da Michele Serra è come al solito drogata da posizioni preconcette dei fan della rete e dei suoi detrattori. Serra sostiene che 140 caratteri sono pochi non solo per esprimersi ma anche per ragionare in modo completo. E' sacrosanto. Merita soffermarsi un attimo su questo. Davvero si può pensare che twitter possa essere luogo di riflessione e ragionamento? è più o meno un surrogato di u occhio sul display con tanti sms in arrivo.
E'  soprattutto un formidabile strumento di diretta web. Un flash che non ha memoria. E anche se a posteriori (o in real time) si cerca  di fare di tutto per analizzare i tweet, l'impresa è ancora molto ardua per limiti strutturali di lingua, ironia da decodificare, acronimi e quant'altro si riesce a mettere in quelle brevi stringhe di testo.
Anche Facebook sconta l'assenza di una memoria ancorata agli eventi. Si può scorrere il diario di una persona, ma appare tutto decontestualizzato. Come se quel che ora è fresco ed intuibile, già tra qualche giorno si perderà in un mare magnum di rumore assordante di ripetizioni infinite. E anche gli altri social network appaiono simili in questo.
Quindi forse ancora una volta non è lo strumento in sè ad essere inadegutao, ma la sua interpretazione. Twitter, FB, G+ e tutti gli altri sono ottimi strumenti di diretta e poco più. Se si resta in questo ambito, i Social Network non tradiscono alla loro funzione. Con buona pace dei vecchi siti vetrina di un tempo....

martedì 20 marzo 2012

gamification

DA poco ha un nome. Da molto tempo ne conoscevo le potenzialità. Si chiama gamification. Ovvero la trasformazione di un compito in un'attività che assomiglia ad un gioco ( o lo è in tutto e per tutto) ma con fini educativi o altri fini. Ad esempio nel mondo delle ricerche di mercato è un filone tutto nuovo che sembra dare grandi soddisfazione a chi  lo utilizza. http://prezi.com/2dn_iwdm9rvw/survey-gamification/ a questo indirizzo una presentazione che illustra alcuni di questi vantaggi. Tuttavia credo che una riflessione vada fatta.
Anni ed anni a cercare la standardizzazione delle misure ... e all'improvviso si cerca di creare un ambiente di intervista divertente e quantomeno interpretabile. Un esempio (banalizzato). Viene consigliato di chiedere invece di "qual è il tuo abito elegante prefertito" qualcosa del tipo "se dovessi sposarti che abito elegante indosseresti?". Ora e se io sono contrario al matrimonio? oppure se per mia religione fossi "costretto" ad indoissare alcuni capi invece di altri? e così via.
Tuttavia è un trend che non  va trascurato. Se non altro perchè rtende le interviste meno "pesanti", e perchè se prende piede, farà sembrare le interviuste tradizionali ancora più "pesanti"...

mercoledì 14 marzo 2012

lead generation attraverso i social network

Lo studio realizzato da HubSpot basato su più di 4000 case history da loro seguite cerca di dimostrare che l'uso dei social network e dei blog (se ne parla sempre meno...) possono essere decisivi nella lead generation. Ora, la tesi è valida. La dimostrazione secondo i loro dati secondo me è un po' banale, se non addirittura un ossimoro. Più fai, più ti vedranno. E vabbè, tutto fa brodo: Se volete l'intero report ve lo potete scaricare

giovedì 8 marzo 2012

Della competenza

ormai è una litania: manca la competenza. In ogni luogo di lavoro, in ogni organizzazione, in ogni decisione importante. Altro che paese dei commissari tecnici. Siamo nel paese dei tuttologi. In ogni campo ed in ogni settore. Creativi che fanno gli operativi. Operativi che vorrebbero dirigere. Dirigenti che criticano gli spazzini. Spazzini che ghignano e la sanno lunga. Ma sempre e comunque contro un sapere che non viene riconosciuto. Come un pregiudizio. Come una constatazione di impossibilità. E la misura serve sempre meno a misurare. serve sempre di più a minacciare e far modificare in barba alla linearità delle decisioni da prendere.
Ma tant'è. Qui siamo. e qui dobbiamo costruire. auguri

mercoledì 7 marzo 2012

l'influenza dell'adv mobile

Sempre più smartphone nelle mani e nelle tasche e sempre più punti di contatto potenziale con l'audience per chi investe in adv diretto. Nielsen ha studiato l'effetto di questo tipo di pubblicità sui consumatori in 4 paesi: US, Italia, Germania e UK. I risultati potrebbero essere molto interessanti, ma io non ci credo.
Perché direbbero di un'utenza italiana superiore a quella statunitense in quasi tutti gli aspetti riguardanti gli acquisti online. Direbbero che gli italiani comperano online molto di più dei pari statunitensi possessori di tablet e anche di smartphone. Direbbero che gli italiani si informano tantissimo in rete prima di acquistare. E dai! non è così. Lo sappiamo. Non abbiamo nemmeno strumenti avanzati come quelli che si hanno sul mercato americano di comparazione dei prezzi, di geolocalizzazione delle offerte più scontate, di ricerca di ecoupon contestuali. Però lo dice Nielsen....





lunedì 5 marzo 2012

il numero magico di facebook

E' o meglio era il 16 il numero magico di Facebook. Secondo degli studi condotti da FB stesso il sedici rappresenta la percentuale dei fan che visualizzano un post di un brand all'interno di una pagina. Più precisamente all'interno del loro feed. E quelli di Facebook si sono stufati di questo circolo vizioso che porta i brand ad avere pagine zeppe di fan, su cui fare advertising e comunicazione a sbafo (è gratis), seppur con risultati ambivalenti. 
Hanno preso la palla al balzo e detto: hey! invece del 16% a gratis, ora mettiamo su un servizio a pagamento, ma i vostri messaggi verranno visti dal 100% dei vostri fan.
Il servizio di chiama Reach Generator e promette di alzare il reach, colmando quel 84% circa che altrimenti si perderebbe il messaggio.
Ora è chiaro che questo non significa che:
- si innalzeranno i tassi di click through
- si innalzerà la fedeltà al brand
ma permetterà (forse) a Facebook di far vedere un modello di business più allettante a chi dovrà curarne l'imminente quotazione :)

sabato 3 marzo 2012

condividere... che bello

prendono sempre più piede le piattaforme che permettono di condividere.
un po' di tutto. dalle macchine, alle case, al tempo libero, agli attrezzi da giardino alle reti wifi.
di seguito alcuno indirizzi interessanti:
macchine: http://www.zipcar.com/ Zipcar
appartamenti: http://www.airbnb.it/ Airbnb
passaggi in auto: http://www.zimride.com/ Zimride
compiti da svolgere: http://www.taskrabbit.com/ TaskRabbit
abilità: http://www.skillshare.com/ Skillshare
atterezzi: http://www.sharesomesugar.com/ sharesomesugar
vestiti: http://www.thredup.com/ thredUP
al denaro: http://www.zopa.it Zopa

modelli interessanti. solo alcuni presenti in Italia. ma in futuro arriveranno tutti, di sicuro

venerdì 2 marzo 2012

Pinterest in esplosione costante

Ne parlano tutti e forse non solo perchè è di moda o è una novità.... Ha numeri impressionanti e il marketing non può fare a meno di notarli. Ecco un'infografica aggiornata al 20 febbraio 2012 (grazie a Modea che l'ha realizzata):



 Si vedono alcuni trend interessanti:
  •  la maggioranza degli utenti è femminile (68%)
  • incremento % annuale enorme (ma sappiamo che queste percentuali sono molto relative alle basi numeriche di partenza, no?): 2.700%
  • tempo medio speso sul sitomolto elevato (15 minuti): quasi quanto su Youtube, più di FB e TW
  • redditi elevati (dichiarati o stimati che siano) dei fruitori, che messi vicini alla distribuzione per età fa pensare ad un sito quantomeno di nicchia ancora (dove sono tutti sti giovani così pieni di reddito? in USA? hmmmm)
Insomma, mentre tutti si aspettavano un'esplosione di Google+ ecco che Pinterest performa in modo stratosferico. E se Google se lo comperasse?