lunedì 25 marzo 2013

L'economia del baratto

Prendo spunto dallo Swap Party che si è svolto sabato 23 marzo 2013 in un piccolo centro del Veneto per affrontare un tema che sempre di più cresce, anche se spesso sfugge agli osservatori. Quello dell'economia del baratto e del riuso, che a mio modo di vedere fanno rima con freno al consumismo senza soluzione di continuità e razionalizzazione delle risorse possedute.
Siamo tutti molto presi dal "nuovo", da quello che verrà e dimentichiamo quel che abbiamo, qual che non sappiamo di avere.
Faccio degli esempi che possono valere per me, ma che credo possano riguardare tante altre persone.
Informatica: quanti GB e MB abbiamo disponibili per archiviazioni vari, ma non li consideriamo? chiavette, vecchi dischi rigidi che magari dormono in qualche vecchio pc che non si usa più, devices che sonbo finiti in un cassetto perchè "superati" da nuovi devices (conosco almeno 2 persone che hanno in un cassetto polveroso 30 GB del vecchio ipod, e non lo usano più da anni perchè ora hanno un ipod nuovo oppure basta e avanza l'ìphone...)
Abbigliamento: censimento dei maglioni e delle scarpe (ma va bene anche per altre cose...). Abbondanza. Altro che guardare ai saldi. Ci sono paia da regalare a chi ne ha bisogno ed altri da consumare camminando o indossando...
Cancelleria: penne e matite abbondano, poi però alcune non scrivono più (anche perché si sarà seccato l'inchiostro per il non uso...) e altre attendono il ricambio che magari sta nella tasca dello zaino (di solito si tratta di matite)

potrei continuare con gli esempi, ma non serve. Quello che serve è rimboccarsi le maniche ed andare a scoprire quello che si ha. Altro che desiderare quello che non si ha ancora :)


martedì 26 febbraio 2013

Elezioni 2013: hanno vinto tutti

Iniziano la disamina con qualche dato:

PD 2008 alla Camera = 12.092.998 voti
PD 2013 alla Camera = 8.642.700 voti
totale - 3 milioni 450mila 298 persone che non li hanno votati più dopo 5 anni

PDL 2008 alla Camera = 13.628.865
PDL 2013 alla Camera = 7.332.121
totale - 6 milioni 296mila 744 persone che non li hanno votati più dopo 5 anni

Ma sono dettagli. Ora vediamo chi ha davvero vinto.

Hanno vinto i sondaggiari: sconclusionati, affannati, imprecisi. Ma soprattutto lontani dalla realtà. Per fortuna Ilvo Diamanti, forse per stanchezza, a sera tarda ha affermato su La7 che "non abbiamo creduto ai dati, pensando che fosse il caso di essere prudenti. Ovvero non credendo a tutte le persone che dicevano che avrebbero votato 5 stelle. Abbiamo quindi abbassato tutti quanti le stime". Non un problema dello strumento quindi (come mi faceva notare il mio compagno di scorribande statistiche, con cui notoriamente azzeccavamo di brutto le previsioni ndr), ma proprio un problema di analisti, di "esperti" che hanno corretto i dati portandoli lontano con le loro "stime".

Ha vinto il PD: perché è la forza più importante del paese (non il primo partito, ma questo non conta ora...). Una campagna elettorale spenta, esaurita dopo le primarie. Con un sospetto enorme: non si è detto sostanzialmente nulla per paura di doverselo rimangiare durante il Governo. E quindi a furia di non dire, di far immaginare una visione senza dettagli, si è scelto di obiettare alle sparate altrui per un po', e poi ci si è concentrati su alleanze, scouting, calcoli e (non in pubblico) spartizioni di poltrone. Risultato? Andate a chiederlo a Walter Veltroni....

Ha vinto il PDL: che ha perso quasi metà dei voti rispetto a 5 anni fa. Ma ha preso il doppio se non di più di quel che ci si aspettava all'inizio della campagna elettorale. E' riuscito a nascondere tante di quelle oscenità politiche ed economiche, con un animale da campagna elettorale che alla soglia degli 80 anni si professava giovane e tonico. E nessuno che gli faceva presente che fra 5 anni sarebbe forse improponibile come uomo di governo. Ma comunque ha vinto.facendo entrare in Parlamento anche personaggi davvero poco votabili. Uno su tutti Formigoni....

Ha vinto Monti: che grazie allo spin doctor di Obama è risultato un goffo burattino invece di un autorevole professore e commissario europeo. La sua vittoria è utile a non dover tornare a fare il premier subito (se fosse rimasto fuori dalla competizione, ora sarebbero tutti a bussare alla sua porta), come pure a fare il presidente della repubblica (ora se ne dovrà trovare un altro)

Ha vinto Ingroia: perchè in così poco tempo ha detto di aver tracciato una strada che non finisce qui. Lo ringrazia soprattuto Di Pietro che aveva 1 milione e mezzo di voti 5 anni fa e che ora farà il pensionato, cancellato dal Parlamento (gli altri erano già fuori da un giro),

Ha vinto Grillo: anche se in realtà la sua vittoria fa perdere tutti gli altri e quindi è una colpa. Ora si vedrà cosa sapranno fare i novelli parlamentari. E già tanti gufano che se si tornasse alle urne farà il 40% e governerà da solo. COme fosse una sciagura. Per lui? per l'Italia? per chi?

Hanno vinto Fini & Casini: perché finalmente sono riusciti a stare lontani da Berlusconi. Ma a quale prezzo.


Ha perso Giannino: è si uno doveva perdere. Eccolo è lui il nostro antieroe che si è giocato anche la carriera di giornalista... Ma se l'è davvero cercata!

domenica 17 febbraio 2013

Grlllo e M5S al 42%. Vero o tarocco?

Ed ecco che ad una settimana dal voto saltano fuori delle chicche interessanti. Mentre in Italia vige il silenzio per i sondaggi pre-elettorali, all'estero si possono diffondere i risultati in barba a qualsiasi normativa italiana. Ed allora ad una settimana dal voto arriva la "bomba": Grillo al 42%! Primo partito. Campione di 10.000 persone (quindi errore campionario bassissimo). Vero o tarocco?
Gli elementi sono scarsi per capire, ma proviamo a vedere alcuni elementi:

  • la fonte non si trova (almeno io non la trovo...). chi l'ha effettuato?
  • il metodo di rilevazione, il tipo di campionamento e il periodo di svolgimento delle interviste non si trovano
  • i dati degli altri partiti e delle coalizioni non sono stati diffusi, come pure la % della partecipazione (vero ago della bilancia questa volta)
  • un campione così numeroso si giustifica solo se serve un evidenza territoriale molto precisa, oppure si vuole avere un errore campionario molto basso. Di solito operazioni di questo tipo le fanno speculatori finanziari per scommettere in Borsa il venerdì precedente alle elezioni ed andare all'incasso il martedì sucessivo
Tuttavia....
Grillo secondo le mie valutazioni sta sopra al 20% e si sta giocando il primato con il PD. Al di là delle rappresentazioni mediatiche e di quello che avverrà alle urne. La foto di oggi dice questo. Poi si deve vedere se quelli (tantissimi) che oggi pensano di andare a votare M5S decideranno di tradurre la loro intenzione in voto sulla scheda. Mancano sempre meno giorni prima di saperlo! 


ps: non metto il link all'articolo che lancia il dato perchè secondo me è pubblicità non meritata

mercoledì 13 febbraio 2013

l'ipocrisia della legge sui sondaggi elettorali

Come annunciato fioriscono in rete i sondaggi pre elettorali camuffati.
Mi domando come possa l'AGCOM non intervenire ...
Ma come blocca un'APP perché violerebbe la legge che vieta la pubblicazione dei sondaggi nei 15 giorni prima e consente che un sito (ma ce ne saranno altri, basta cercarli) diffonda le corse dei cavalli clandestine con le quote che indicano le percentuali?
E' il paradosso del paradosso.
Perchè prima del silenzio elettorale c'era di tutto e di più, e si sa che il Garante raramente va a controllare se le interviste dichiarate sono affettivamente tutte fatte, se i metodi seguiti sono davvero corretti e se sono davvero seguiti. Mi vien da ridere. Quegli istituti che scrivono metodologia CATI-CAWI senza specificare quanti casi/interviste CATI e quante CAWI.
Ma ora, con le corse clandestine, manco quello si sa. E allora perso il brand di chi fa il sondaggio, sconosciuto il metodo, vale tutto. E quindi si realizza il paradosso...

lunedì 11 febbraio 2013

asimmetrie nei sondaggi: AGCOM?

Secondo quanto stabilito da AGCOM non si DEVE diffondere alcun risultato, stima o quant'altro rispetto alle prossime elezioni politiche 2013.
Ma il divieto non pare essere stato recepito da tutti...
Dopo la chiusura del servizio offerto dalla società triestina SWG (con cui ho collaborato, ma non più da marzo 2012, ndr), il campo dovrebbe essere chiaro a tutti. Tuttavia sul sito di Scenari politici si legge che con una cifra paragonabile a quella dell'App di SWG si potrà ricevere il "proibito" materiale.
Come mai? Che differenza c'è tra quel che ha proposto l'istituto di Trieste e quel che propone il sito?
Che ci sia qualche santo in paradiso? Che ci sia accanimento verso un attore e non verso l'altro? che ci sia ignoranza delle regole?
Qualunque sia il motivo, speriamo venga chiarito nei prossimi giorni....

venerdì 8 febbraio 2013

sondaggi: l'importanza del trend

A poche ore dal black out dei sondaggi elettorali per le elezioni politiche del 2013, vale la pena soffermarsi sull'importanza dei trend. Mutuando una celebre canzone dei Doors, si potrebbe dire "My only friend, the Trend" (invece di End).
E' un adagio che conoscono molti operatori di Borsa, che predicano il fatto di non andare contro al mercato, ma di seguire e cavalcare il trend.

E che cosa ci stanno dicendo tutti gli ultimi sondaggi?
  • M5S, ovvero la lista promossa da Beppe Grillo, è in trend positivo. Cresce. Supera di slancio il 15% e molti istituti lo danno più su, fino al 16/17%. La mia esperienza moi dice che se questo è il dato pubblicato, in realtà potrebbe essere ben al di sopra del 20% (e perché no? anche vicino al 25%). Sarebbe un terremoto, o come dice lui uno tsunami. Ma chiedete in giro alle vostre cerchie e scoprirete che 1 su 4 vi dice che sta pensando o che è già sicuro di votare M5S.
  • Italia Bene Comune, sta stabilizzando il suo consenso attorno al 30-35%, ma che ha chiuso il trend negativo. Ovviamente andrebbe capito come evolverà nelle prossime 2 settimane, ma il grafico lascia intravvedere una stabilità o addirittura un piccolo rimbalzo
  • coalizione di Centro Destra (PDL+Lega) interrompe la sua corsa in crescita e il trend pare flettere verso una quota pari al 25/28%. Ma gli annunci shock previsti da qui al voto e la centralità nell'agenda mediatica di Berlusconi, possono muovere il trend sia in salita verso quota 30% che in discesa verso quota 22/24%
  • lista Monti, ha interrotto il trend ascendente e sta inaugurando uno discendente, che comunque non dovrebbe portare la coalizione al di sotto del 12%
Le letture ovviamente non riescono ad andare fino al voto, ma l'impressione è che più dei travasi da un partito all'altro potrà la capacità di portare le persone alle urne. L'astensionismo e la sua non uniforme distribuzione, sarà infatti presumibilmente l'ago della bilancia di un'elezione che come sappiamo dipende anche in larga parte dal sistema elettorale in vigore. Quindi mentre CD e CS si concentreranno sulle "regioni chiave", il M5S avrà buon gioco in tutte le altre.
Alla prossima!

giovedì 7 febbraio 2013

il sondaggio negato

Sta facendo notizia la marcia indietro dell' AGCOM riguardo ai sondaggi durante il black out pre-elettorale.  Si tratta di un capovolgimento del parere che ion precedenza il medesimo organo aveva fornito e che quindi lascia delle perplessità.

Leggendo attentamente il comunicato stampa diffuso da AGCOM non si può non cogliere il passaggio chiave che motiva la decisione. Esso recita: "l’applicazione realizzata (...), nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile  - previo il  pagamento di un prezzo contenuto  - il risultato dei sondaggi ad un pubblico  potenzialmente  molto vasto, con inevitabili effetti di diffusione incontrollata  dell’informazione.  Questa circostanza  configura quindi un’oggettiva violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio".
Alcune considerazioni:
1. il problema non è l'aver realizzato il servizio, ma i termini in cui viene pubblicizzata. Ovvero, se foste stati di bassissimo profilo e quindi l'app non avesse avuto successo si poteva fare. Invece vi siete messi a gridarlo ai 4 venti, state avendo successo e quindi ... STOP!
2. l'oggettiva violazione del divieto poteva essere rilevata anche prima. Non posso credere che non fosse stata intravista
3. non si menziona il fatto che in realtà il vero pericolo fosse un altro: l'affissione dei risultati ricevuti sull'app nei social network, dove basta avere un email fittizio e un account fittizio e i social network spalancano le porte. E poi vai a cercare il responsabile tramite rogatorie internazionali = impossibile
4. a corollario del punto 3: e se chi si prendesse la briga di pubblicare quel che sforna l'istituto di ricerca fosse modificato ad arte con un programma di editing? a questo non ci ha pensato né il garante, né l'istituto che non avrebbe potuto difendersi (altrimenti avrebbe dovuto smentire dicendo che i dati erano diversi e quindi di nuovo violando il divieto)
5. come suggerisce Camisani Calzolari inoltre sarebbe divertente capire come la medesima App rilasciata in un altro paese possa essere bloccata dall'AGCOM. Mistero

Concludendo una brutta storia che fa riflettere su una normativa che può essere vista come ingiusta (ma allora vale per tutti) o giusta. In quest'ultimo caso però va ricordato che è stata istituita quando i sondaggi pre-elettorali erano usati come delle clave per influenzare i risultati. E qualcuno era molto più "bravo" e potente degli altri a farlo. E' probabile che sia una norma da rivedere o meglio da cancellare. Altro lavoro per il prossimo parlamento.
ps: lo sanno tutti comunque che esistono sondaggi "grigi" che sostituiscono i nomi dei partiti e delle coalizioni con i nomi di cavalli inventati e relative scuderie. Ma questa è violazione della violazione e quindi non interessa nessuno (sigh)

mercoledì 6 febbraio 2013

Perchè le persone non credono ai sondaggi e come si dovrebbero fare

"secondo me sparano numeri a caso"
"sono tutti truccati"
"li fanno per avvantaggiare chi li paga".
Quante volte si sentono queste ed altre critiche ai sondaggi. In particolare quelli elettorali. E come dare torto a chi vede numeri "ballare" a secondo del giorno della settimana, dellì'istituto che li realizza e di cento altri fattori.
Anche io spesso dubitavo dei sondaggi prima di lavorare in questo settore. Sin da piccolo vedevo la mitica Doxa che rilasciava in anticipo i risultati delle elezioni. E mi dicevo "non è possibile, non ci azzeccheranno nemmeno stavolta". Ed ogni volta quasi per magia verificavo che invece ....
Poi ho iniziato a bazzicare i settore.
E ai sondaggi ho imparato a credere solo e se vengono fatti in modo appropriato. Sono uno strumento di misurazione e come tale vanno trattati.
Ma bisogna subito distinguere le 2 finalità che possono avere:
  1. una misurazione sceintifica: dove si cerca di tener conto di ogni possibile fonte di errore, dove il successo è minimizzare tutti gli errori e centrare tutte stime
  2. una misurazione a fini di marketing e propaganda: dove quel che conta è creare tramite la diffusione dei dati una modifica nella percezione dell'opinione pubblica, e sperabilmente anche una traduzione in comportamenti futuri
Voglio soffermarmi su quest'ultimi. Non credo che chi realizza questi sondaggi sia così in malafede da "truccare" i dati al punto da aggiungere o togliere punti percentuali a questo o a quel partito. Quel che credo (e chi ci lavora sa bene che funziona così) è che tra le tante simulazioni che vengono condotte, questi vanno a prendere quelle più favorevoli a chi si vuol sostenere.
Faccio un esempio banale, ma credo istruttivo: calcolare la stima dell'esito di voto in funzione della partecipazione al voto stesso, altera e di molto le stime. Se considero l'intero campione avrò un certto risultato. Se tolgo dalla stima finale coloro che dichiarano che sicuramente non andranno a votare, le stime cambiano. Qual è quella più "giusta"? A livello di base la risposta è la seconda: quella senza coloro che dichiarano di non recarsi alle urne. Ora di fattori di questo tipo ce ne sono N e sopratutto all'interno di questi fattori ci sono delle gradazioni (es: sicuramente non andrò a votare, quasi sicuramente non andrò a votare, ecc ecc).
Ecco perchè chi fa questo mestiere deve dosare bene le proprie considerazioni, ponderazioni (in questo caso non pensieri, ma procedure statistiche di pesatura), stime, modelli, ecc.
E se posso aggiungere la mia personale esperienza non sono in grado di farlo:
  • gli statistici puri cui sfugge la dimensione politica.
  • i giornalisti cui sfugge completamente la dimensione tecnica
  • i dottori in scienze politiche cui manca un po' di tutte queste competenze
  • i laureati in ingegneria, lingue, o altre materie che in realtà formano, ma non su questi temi
E allora chi? La mia risposta è: team di professionsiti con estrazioni differenti ed esperienze differenti ed un metodo di lavoro validato e basato su più metodologie di elaborazione.
E anche un pizzico di fortuna  :)

lunedì 4 febbraio 2013

and the winner is... TWITTER!

La finale del Superbowl 2013 ha un vincitore: Twitter.
Come tutti sanno 30 secondi di spot durante la finale di Football Americano sono l'investimento più "forte" che si possa sostenere in quel mercato. 110 milioni di persone sono davanti allo schermo. Sono occasioni uniche ed irripetibili. Ed i messaggi sono altrettanto importanti. non si eccede, non si spreca, non si può sbagliare.
E allora si deve risocnosce che l'analisi è facile a fronte dei numeri raccolti (vedi l'immaguine): Twitter su tutti, con un distacco abissale.

Un anno fa peraltro Twitter e Facebook erano stati citato 8 volte a testa. Quindi sostanzailemente uguali. Ora no. E facebook nel frattempo si è comperato Instagram e ancor prima è divenuta sociatà quotata. Ahi ahi Zuckenberg. La centralità è persa... Ma pure G+ accusa un colpo da KO.

Quali conclusioni trarre? Una in particolare: i grandi Brand pensano in questa fase che è su Twitter che si deve attrarre il pubblico per sviluppare dialoghi, interazioni, citazioni, insomma le famose conversazioni di cui sono fatti i mercati. In particolare quando ci sono degli eventi di rilevanza assoluta.
Con buona pace dei "grandi" social network...

venerdì 1 febbraio 2013

I sondaggi elettoriali: che passione

Sono stato intervistato da Radio Radicale a proposito dei sondaggi elettorali. Chi mi conosce sa che mi sono occupato per molti anni di sondaggi politici e che credo di conoscere come lavorano i vari istituti di ricerca (o presunti tali). Ci sono molte verità che non si possono dire, ma alcune le ho evidenziate.
Qui ne voglio aggiungere una: la preparazione metodologica di alcuni che sparano cifre a destra e sinistra è a dir poco approssimativa. Non sanno, ma tuttavia si mettono a fare gli oracoli. E' triste e soprattutto scandaloso che i media non siano in grado di selezionare i fornitori di numeri. Ecco il il link all'intervista: buon ascolto" oppure potete ascoltarla qui accanto


venerdì 11 gennaio 2013

i Poc's: giovani italiani e mondo del lavoro

In perfetto stile autopromozionale riporto l'articolo uscito a mia firma nel luglio del 2012 sulle pagine del Corriere Economia. Si tratta di uno studio comparativo ed alcune riflessioni sul mondo del lavoro negli USA e in Italia, dove il confronto tra le generazioni più giovani restituisce un quadro totalmente differente. Sia per quanto riguarda la ricerca del lavoro, che per quanto concerne le aspirazioni appare in tutta la sua drammaticità la differente percezione della realtà e delle possibilità che si possono avere.
L'articolo, ovvero i dati presentati ed un passaggio dell'analisi, sono stati ripresi nel bellissimo libro di Nicola Palmarini dal titolo "Lavorare o collaborare: networking sociale e modelli organizzativi del futuro" edito da Egea.Buona lettura!

lunedì 7 gennaio 2013

la creazione di valore condiviso

Dopo tutti questi anni a sentir parlare di "creare valore per gli azionisti" sta prendendo piede l'idea di una creazione di "valore condiviso". Ma di cosa si tratta? Una buona spiegazione proviene da questa intervista (un bel po' ingessata) di M. Porter ( si proprio lui...).
Quello che a me pare interesante citare è uno dei punti di partenza. Per troppo tempo la società ha visto il business come una specie di "rivale": il bene privato a sottrazione del bene pubblico.
E il privato ha vissuto la sua prosperità sottraendolo al bene pubblico.
Ora è l'epoca di capire che non vi è uno senza l'altro. Il dissanguarsi reciprocamente non serve assolutamente a nessuno.
Siamo davvero pronti per questo salto o son o solo discorsi di facciata? Eppure in Italia esisteva Olivetti...

venerdì 4 gennaio 2013

jOBS nelle sale ad aprile 2013

Screen Shot 2013-01-03 at 3.23.51 PMMancano pochi mesi all'uscita del film sulla vita di Steve Jobs. Negli Stati Uniti dovrebbe uscire ad aprile, mese magico per i prodotti della Mela e forse coinciderà con il lancio (se lo anticipassero) del nuovo iphone 5s.
Il film non avrà nulla a che vedere con la biografia ufficiale che è uscita in coincidenza o quasi con la morte del CEO di Apple, ma riguarderà in modo consistente la prima parte della vita professionale. Quella del mitico garage in cui i primi personal computer presero vita, senza che nessuno potesse mai immaginare il successo planetario di tutti i prodotti che sono seguiti.
Ashton Kutcher  vestirà i panni di Jobs. Staremo a vedere....

mercoledì 2 gennaio 2013

In punizione! Guarda la TV

Secondo le stime di Nielsen i giovanbi statunitensi guardano davvero poca televisione.Non ci sono i dati degli under 18, ma fa impresssione la distanza tra i 18-24 enni che guardano in media 22 ore e 32 minuti a settimana rispetto alle 45 ore e 20 minuti degli over 65.

In Italia la situazione sta andando nella medesima direzione: in un focus group che abbiamo recentemente realizzato emergeva un dato moltoi interessante all'interno delle famiglie. Vietare la televisione quale punizione massima è stato sostituito e di gran lunga dal divieto di utilizzare i social network, le chat, internet e i videogiochi. Un genitore addirittura ha "esagerato" dicendo che la punizione è costringere suo figlio a guardare la televisione.
Un'inversione di comnportamenti che deve far riflettere chi continua a credere che i palinsesti televisivi siano quelli che condizionano la vita culturale di un paese. Oramai, se si vuole "seminare" nelle nuove generazioni (che peraltro un giorno guideranno aziende, enti e governi) si deve declinare la propria proposta di contenuti in modo trasversale e pervasivo all'interno di una molteplicità di media. Forse anche per questo il declino dei magnate dell'editoria tradizionale è più che cominciata...