martedì 12 giugno 2012

Il contrabbando di Fan e Follower


Grande risonanza sui media è stata data (giustamente) alla “scoperta” che esiste un mercato di fan e follower a livello mondiale. L’ha denunciato in Italia Marco Camisani Calzolari, che prima con un’intervista al Corriere, e successivamente con la pubblicazione di un’inchiesta, ha svelato l’insvelabile. Ovvero che molte aziende (ma probabilmente anche molti profili di personaggi famosi) sono zeppi di follower e fan che null’altro sono che pezzi di codice o software. Non sarebbero cioè persone reali interessate ai contenuti veicolati sui social network, ma profili finti che servono ad ingrossare artificialmente le fila dell’audience digitale di un brand al fine di mostrare i muscoli ad una platea poco attenta. Chi lavora in questo campo sa che, pur non disprezzando un’audience corposa, sono altri i parametri che debbono interesssare, primo fra tutti il livello di engagment. 
Secondo alcuni osservatori considerando le strategie di marketing di alcune grandi aziende, non sarebbe un problema di correttezza, ma di risposta a richieste di management ancora impreparato alle sfide digitali.
Secondo altri invece grossa responsabilità di questo fenomeno va attribuito alle agenzie che promuovono questi servizi per apparire efficienti agli occhi dei propri clienti.
Sbagliato o meno il sistema è inquinato e questa consapevolezza deve essere fatta propria al più presto nei dipartimenti marketing delle aziende. Per poter scegliere consapevolmente le proprie strategie.