giovedì 14 aprile 2011

Report e internet

La puntata di Report in onda il 10 aprile 2011 su Rai 3 è stata deprimente. La tes per cui se "c'è del formaggio gratis, allora c'è una trappola" applicata alla Rete e ad alcuni suoi operatori è quantomeno inquietante. Dimostrare che Facebook, Google, Skype, Foursquare ecc. sono dei "mostri" che mangiano i nostri dati personali per fare dei profitti è davvero singolare. La prima domanda che dovrebbero farsi a Report è come è stata venduta la pubblicità che precede, segue ed interrompe la trasmissione. Forse che la Sipra, concessionaria della Rai, non ha dei dati sui telespettatori? E da chi li ha acquistati? E quanto li ha pagati?
Il titolo che recita "il prodotto sei tu" instilla un dubbio/non dubbio: le persone sono prodotti senza che lo sappiano. Ma io credo che lo sappiano eccome. Sanno che per molti aspetti della loro vita sono dei numeri. Ma non per questo il concetto è "il male". Contare, conoscere, prevedere è parte di milioni di attività, non solo commerciali o di marketing. Guadagnarci è lecito.
Piuttosto....
Perchè le persone che utilizzano questi servizi decidono di utilizzarli e di inserire delle informazioni "VERE"? nei servizi menzionati, infatti, è possibile inserire dati non veritieri. Posso dire che ho 60 anni, indicare un genere differente dal mio, una nazionalità diversa, livelli di reddito alterati ecc. Anche il nome può essere contrafatto. Google (e gli altri) potranno analizzare i miei comportamenti di consumo di informazioni (o di ricerca delle stesse) e le mie interazioni. Ma potrebbero incasellarmi in modo del tutto errato. Questo è o non è un tarlo che questi operatori possono avere? ne tengono conto? Perchè non chiedersi questo?
E poi perchè negare che le istituzioni sono drammaticamente in ritardo rispetto al mercato, ma che non sono disposte (o non vogliono a causa delle lobbies?) a investire per capire. Pensare che il campo venga lasciato a Sarkozy è davvero inquietante. Perchè non parlarne?