venerdì 8 febbraio 2013

sondaggi: l'importanza del trend

A poche ore dal black out dei sondaggi elettorali per le elezioni politiche del 2013, vale la pena soffermarsi sull'importanza dei trend. Mutuando una celebre canzone dei Doors, si potrebbe dire "My only friend, the Trend" (invece di End).
E' un adagio che conoscono molti operatori di Borsa, che predicano il fatto di non andare contro al mercato, ma di seguire e cavalcare il trend.

E che cosa ci stanno dicendo tutti gli ultimi sondaggi?
  • M5S, ovvero la lista promossa da Beppe Grillo, è in trend positivo. Cresce. Supera di slancio il 15% e molti istituti lo danno più su, fino al 16/17%. La mia esperienza moi dice che se questo è il dato pubblicato, in realtà potrebbe essere ben al di sopra del 20% (e perché no? anche vicino al 25%). Sarebbe un terremoto, o come dice lui uno tsunami. Ma chiedete in giro alle vostre cerchie e scoprirete che 1 su 4 vi dice che sta pensando o che è già sicuro di votare M5S.
  • Italia Bene Comune, sta stabilizzando il suo consenso attorno al 30-35%, ma che ha chiuso il trend negativo. Ovviamente andrebbe capito come evolverà nelle prossime 2 settimane, ma il grafico lascia intravvedere una stabilità o addirittura un piccolo rimbalzo
  • coalizione di Centro Destra (PDL+Lega) interrompe la sua corsa in crescita e il trend pare flettere verso una quota pari al 25/28%. Ma gli annunci shock previsti da qui al voto e la centralità nell'agenda mediatica di Berlusconi, possono muovere il trend sia in salita verso quota 30% che in discesa verso quota 22/24%
  • lista Monti, ha interrotto il trend ascendente e sta inaugurando uno discendente, che comunque non dovrebbe portare la coalizione al di sotto del 12%
Le letture ovviamente non riescono ad andare fino al voto, ma l'impressione è che più dei travasi da un partito all'altro potrà la capacità di portare le persone alle urne. L'astensionismo e la sua non uniforme distribuzione, sarà infatti presumibilmente l'ago della bilancia di un'elezione che come sappiamo dipende anche in larga parte dal sistema elettorale in vigore. Quindi mentre CD e CS si concentreranno sulle "regioni chiave", il M5S avrà buon gioco in tutte le altre.
Alla prossima!

giovedì 7 febbraio 2013

il sondaggio negato

Sta facendo notizia la marcia indietro dell' AGCOM riguardo ai sondaggi durante il black out pre-elettorale.  Si tratta di un capovolgimento del parere che ion precedenza il medesimo organo aveva fornito e che quindi lascia delle perplessità.

Leggendo attentamente il comunicato stampa diffuso da AGCOM non si può non cogliere il passaggio chiave che motiva la decisione. Esso recita: "l’applicazione realizzata (...), nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile  - previo il  pagamento di un prezzo contenuto  - il risultato dei sondaggi ad un pubblico  potenzialmente  molto vasto, con inevitabili effetti di diffusione incontrollata  dell’informazione.  Questa circostanza  configura quindi un’oggettiva violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio".
Alcune considerazioni:
1. il problema non è l'aver realizzato il servizio, ma i termini in cui viene pubblicizzata. Ovvero, se foste stati di bassissimo profilo e quindi l'app non avesse avuto successo si poteva fare. Invece vi siete messi a gridarlo ai 4 venti, state avendo successo e quindi ... STOP!
2. l'oggettiva violazione del divieto poteva essere rilevata anche prima. Non posso credere che non fosse stata intravista
3. non si menziona il fatto che in realtà il vero pericolo fosse un altro: l'affissione dei risultati ricevuti sull'app nei social network, dove basta avere un email fittizio e un account fittizio e i social network spalancano le porte. E poi vai a cercare il responsabile tramite rogatorie internazionali = impossibile
4. a corollario del punto 3: e se chi si prendesse la briga di pubblicare quel che sforna l'istituto di ricerca fosse modificato ad arte con un programma di editing? a questo non ci ha pensato né il garante, né l'istituto che non avrebbe potuto difendersi (altrimenti avrebbe dovuto smentire dicendo che i dati erano diversi e quindi di nuovo violando il divieto)
5. come suggerisce Camisani Calzolari inoltre sarebbe divertente capire come la medesima App rilasciata in un altro paese possa essere bloccata dall'AGCOM. Mistero

Concludendo una brutta storia che fa riflettere su una normativa che può essere vista come ingiusta (ma allora vale per tutti) o giusta. In quest'ultimo caso però va ricordato che è stata istituita quando i sondaggi pre-elettorali erano usati come delle clave per influenzare i risultati. E qualcuno era molto più "bravo" e potente degli altri a farlo. E' probabile che sia una norma da rivedere o meglio da cancellare. Altro lavoro per il prossimo parlamento.
ps: lo sanno tutti comunque che esistono sondaggi "grigi" che sostituiscono i nomi dei partiti e delle coalizioni con i nomi di cavalli inventati e relative scuderie. Ma questa è violazione della violazione e quindi non interessa nessuno (sigh)

mercoledì 6 febbraio 2013

Perchè le persone non credono ai sondaggi e come si dovrebbero fare

"secondo me sparano numeri a caso"
"sono tutti truccati"
"li fanno per avvantaggiare chi li paga".
Quante volte si sentono queste ed altre critiche ai sondaggi. In particolare quelli elettorali. E come dare torto a chi vede numeri "ballare" a secondo del giorno della settimana, dellì'istituto che li realizza e di cento altri fattori.
Anche io spesso dubitavo dei sondaggi prima di lavorare in questo settore. Sin da piccolo vedevo la mitica Doxa che rilasciava in anticipo i risultati delle elezioni. E mi dicevo "non è possibile, non ci azzeccheranno nemmeno stavolta". Ed ogni volta quasi per magia verificavo che invece ....
Poi ho iniziato a bazzicare i settore.
E ai sondaggi ho imparato a credere solo e se vengono fatti in modo appropriato. Sono uno strumento di misurazione e come tale vanno trattati.
Ma bisogna subito distinguere le 2 finalità che possono avere:
  1. una misurazione sceintifica: dove si cerca di tener conto di ogni possibile fonte di errore, dove il successo è minimizzare tutti gli errori e centrare tutte stime
  2. una misurazione a fini di marketing e propaganda: dove quel che conta è creare tramite la diffusione dei dati una modifica nella percezione dell'opinione pubblica, e sperabilmente anche una traduzione in comportamenti futuri
Voglio soffermarmi su quest'ultimi. Non credo che chi realizza questi sondaggi sia così in malafede da "truccare" i dati al punto da aggiungere o togliere punti percentuali a questo o a quel partito. Quel che credo (e chi ci lavora sa bene che funziona così) è che tra le tante simulazioni che vengono condotte, questi vanno a prendere quelle più favorevoli a chi si vuol sostenere.
Faccio un esempio banale, ma credo istruttivo: calcolare la stima dell'esito di voto in funzione della partecipazione al voto stesso, altera e di molto le stime. Se considero l'intero campione avrò un certto risultato. Se tolgo dalla stima finale coloro che dichiarano che sicuramente non andranno a votare, le stime cambiano. Qual è quella più "giusta"? A livello di base la risposta è la seconda: quella senza coloro che dichiarano di non recarsi alle urne. Ora di fattori di questo tipo ce ne sono N e sopratutto all'interno di questi fattori ci sono delle gradazioni (es: sicuramente non andrò a votare, quasi sicuramente non andrò a votare, ecc ecc).
Ecco perchè chi fa questo mestiere deve dosare bene le proprie considerazioni, ponderazioni (in questo caso non pensieri, ma procedure statistiche di pesatura), stime, modelli, ecc.
E se posso aggiungere la mia personale esperienza non sono in grado di farlo:
  • gli statistici puri cui sfugge la dimensione politica.
  • i giornalisti cui sfugge completamente la dimensione tecnica
  • i dottori in scienze politiche cui manca un po' di tutte queste competenze
  • i laureati in ingegneria, lingue, o altre materie che in realtà formano, ma non su questi temi
E allora chi? La mia risposta è: team di professionsiti con estrazioni differenti ed esperienze differenti ed un metodo di lavoro validato e basato su più metodologie di elaborazione.
E anche un pizzico di fortuna  :)

lunedì 4 febbraio 2013

and the winner is... TWITTER!

La finale del Superbowl 2013 ha un vincitore: Twitter.
Come tutti sanno 30 secondi di spot durante la finale di Football Americano sono l'investimento più "forte" che si possa sostenere in quel mercato. 110 milioni di persone sono davanti allo schermo. Sono occasioni uniche ed irripetibili. Ed i messaggi sono altrettanto importanti. non si eccede, non si spreca, non si può sbagliare.
E allora si deve risocnosce che l'analisi è facile a fronte dei numeri raccolti (vedi l'immaguine): Twitter su tutti, con un distacco abissale.

Un anno fa peraltro Twitter e Facebook erano stati citato 8 volte a testa. Quindi sostanzailemente uguali. Ora no. E facebook nel frattempo si è comperato Instagram e ancor prima è divenuta sociatà quotata. Ahi ahi Zuckenberg. La centralità è persa... Ma pure G+ accusa un colpo da KO.

Quali conclusioni trarre? Una in particolare: i grandi Brand pensano in questa fase che è su Twitter che si deve attrarre il pubblico per sviluppare dialoghi, interazioni, citazioni, insomma le famose conversazioni di cui sono fatti i mercati. In particolare quando ci sono degli eventi di rilevanza assoluta.
Con buona pace dei "grandi" social network...